Enrico Savoia, tecnico Dallara, ha seguito passo dopo passo la nascita e lo sviluppo di Z Bike. Che primo bilancio si piò fare a tre anni di distanza dal lancio sul mercato dell’handbike sviluppata da Dallara?
«Sono molto soddisfatto della strada percorsa finora», le parole di Savoia. «Ingegneri e tecnici hanno fatto un vero lavoro di squadra, non solo tra loro ma anche assieme agli atleti che hanno in dotazione la Zbike. Il loro apporto è stato fondamentale in questo processo di crescita e perfezionamento di ogni singolo dettaglio».
Come è cambiata la bici rispetto ai primi prototipi?
«Oggi la bike è ancora più stabile e sicura. Allo stesso tempo ha acquistato moltissimo in aerodinamica. La vittoria più grande è stata quella di essere riusciti ad ottenere un peso ottimale di 11.2 kg, che può arrivare a 11 netti quando avremo ottimizzato il paraurti. Acquistare prestazione senza modificare la geometria del telaio è stato davvero un grande risultato. Un’altra scelta di successo riguarda il posizionamento di un secondo freno a sinistra. Con questo innesto si aumenta la sicurezza e la potenza frenante che in certe condizioni di percorso sono di grande aiuto agli atleti per il controllo della loro handbike».
Giulia Ruffato sarà la prima atleta a guidare una ZBike alle Paralimpiadi. Su che mezzo potrà fare affidamento a Parigi?
«Giulia è sbarcata in Francia con una bicicletta molto performante. In primis perché la sua leggerezza la renderà ancora più competitiva sia in salita che in discesa. Quindi, perché tutto l’assale aerodinamico ha migliorato assetto e peso».
Ci sono altre migliorie che avete previsto per il prossimo futuro? Su cosa vi state concentrando?
«Stiamo lavorando ad un nuovo poggiapiedi, anch’esso particolarmente aerodinamico. Una novità che stiamo testando in queste settimane ma che sarà sicuramente pronta per i mondiali di paraciclismo in programma a fine settembre a Zurigo».