Andava già forte. Ora va fortissimo e non si pone limiti. Davide Cortini, paraciclista romagnolo classe 1977, da un anno a questa parte gareggia in sella a ZBike. Dopo un incidente che gli ha causato una paraplegia, Davide ha iniziato a competere a livello agonistico nel paraciclismo nel 2018, arrivando in un paio di stagioni nel giro della Nazionale. La vera svolta, tuttavia, si è avuta in questa annata dopo che l’atleta ha scelto di affidarsi a ZBike.
«Era già da qualche tempo che Alessandro D’Onofrio e Giulia Ruffato mi parlavano molto bene di questo mezzo», racconta Cortini. «Perino Dainese, team manager di Obiettivo3, mi ha fatto provare la bici che mi ha conquistato subito. Ho avvertito immediatamente la differenza con l’handbike che guidavo prima e mi sono convinto ad acquistarla».
Nel 2023 ha raggiunto i risultati migliori della carriera, trionfando a livello nazionale ed europeo, proprio alla vigilia delle Paralimpiadi di Parigi alle quali conta di partecipare: «Il primo grande impatto in gara l’ho avuto ai campionati italiani, dove ho vinto facendo registrare una media di 41,7 chilometri all’ora. Una velocità mai raggiunta prima in tutta la mia vita. La stagione è proseguita molto bene anche in Coppa del mondo, dove ho raccolto due secondi posti sia a cronometro che in linea. Ma il successo più emozionante è stato quello di Rotterdam».
Lo scorso agosto, infatti, Cortini si è laureato campione europeo in linea, categoria H3, al termine di una gara pazzesca. «Sembrava la classica giornata stregata. Dopo pochi minuti hanno rallentato davanti a me, sono stato tamponato e sono stato costretto a percorrere un giro con la ruota posteriore frenata a causa della barra che si era piegata. Quindi, i tecnici me l’hanno sistemata ma quando sono ripartito accusavo già un minuto e mezzo di ritardo dal gruppo. Pedalata dopo pedalata ho rimontato, superando tutti e vincendo in solitaria».
Quali sono le caratteristiche che apprezza maggiormente in Z Bike? «Di sicuro l’aerodinamicità e la scorrevolezza. Grazie alla ZBike ho migliorato la mia posizione di guida. Andare più veloce mi regala anche una maggior sicurezza a livello mentale. Più vado forte più mi sento forte. E poi è la bici ideata da Alex, cosa potrei volere di più?».